domenica 16 luglio 2023

Branca Brancaleoni e Brancaleone da Norcia. Storia di un fraintendimento (forse non così grave)

 Spesso, durante le manifestazioni, quando qualche passante si ferma al nostro accampamento e scopre che il nostro gruppo si chiama "Gli Armigeri del Branca", gli è quasi spontaneo collegare, per somiglianza di nome, Branca Brancaleoni al celebre Brancaleone da Norcia e trasformare gli armigeri nella scalcagnata armata del film di Mario Monicelli. Certo, all'inizio può essere fastidioso che, dinnanzi al nostro lavoro di ricostruzione fedele di una realtà storica del secondo XIV secolo, la prima cosa che viene in mente al passante sia L'armata Brancaleone, con la quale, ovviamente, in quanto rievocatori non abbiamo nulla a che fare. Eppure col tempo, forse anche per la nostra ammirazione per quel film, a tale fraintendimento ci siamo affezionati, tanto che può capitare che anche fra noi componenti del gruppo emergano battute o citazioni legate al Medioevo di Monicelli. Per questo riteniamo doverosa una riflessione sul film L'armata Brancaleone (1966) e sul suo seguito, Brancaleone alle Crociate (1970). Non fosse altro che per il grande impatto che esso ha avuto sull'immaginario comune riguardante il Medioevo.

Chiaro è che il film di Monicelli non è un film storico. Così come inutile (anzi, stupido) sarebbe cercare di mostrarne gli errori filologici e gli anacronismi, in quanto dietro a quest'opera cinematografica non vi era alcun intento filologico. Si pensi solo al vestiario, che certamente è evocativo di un passato medievale dai toni surrealisti, ma che sicuramente non ha nulla di storico. Lo stesso Monicelli disse: ⟪Fu difficile perché: come erano vestiti gli italiani dell'epoca, del 900 d. C.? Non si sa... con delle toghe come i latini? Alla fine Ghirardi, il costumista del film, si è inventato lui qualcosa.⟫ [M. Monicelli, A. Palazzino 2012] Eppure, se ci si sofferma a riflettere, forse le inesattezze e le grossolanità non mancano anche nel cinema "storico" attuale? Il quale, tuttavia, vuole presentarsi come serio, anzi serioso, senza avere l'ironia intellettuale di scherzare ed ammettere le inesattezze e grossolanità che esso stesso veicola (spesso, senza che nessuno si premuri troppo di smascherarle).

D'altra parte nemmeno il periodo storico d'ambientazione risulta ben preciso. Monicelli parlava vagamente dell'anno Mille, quindi grosso modo, essendo presente anche il fenomeno delle crociate, dovremmo ipotizzare l'XI secolo. Ma nemmeno questo importava. Così come l'epoca di riferimento è molto labile nelle chansons de geste e nei romanzi cavallereschi, parimenti lo è nel film di Monicelli. Ciò non è un caso, perché proprio la visione edulcorata ed abbellita del Medioevo cavalleresco dei poemi è il bersaglio de L'armata Brancaleone. Quel passato idealizzato, puntualmente ripreso dal romanticismo ottocentesco, da Walter Scott in poi, fatto di tornei, di dame innamorate e cavalieri ligi al loro codice d'onore era la pesante retorica con cui, troppo, spesso il Medioevo era ed è mascherato nel cinema e nella letteratura. Un Medioevo irrealistico e privo di storicità, per scardinare il quale Monicelli crea un altro Medioevo altrettanto irrealistico e privo di storicità, ma posto sul versante opposto, dunque fatto di cavalieri straccioni e di disperati in cerca di improbabili fortune in mondo diroccato e cencioso. 

⟪La verità è che noi non volevamo far vedere l'Alto Medioevo che si raccontava a scuola, nei romanzi di Re Artù, della Tavola Rotonda... [...] Tutto questo non era vero: la verità è che il Medioevo era un'epoca selvaggia, ignorante e priva di cultura.⟫ [M. Monicelli, A. Palazzino 2012] Monicelli sicuramente estremizzava, perché lui stesso si rifece alla cultura che il Medioevo seppe creare, ad esempio quando diede vita allo pseudo-volgare utilizzato nei dialoghi del film, ispirandosi, fra gli altri, a Francesco d'Assisi e Jacopone da Todi. Eppure il concetto è chiaro: infrangere la visione di un Medioevo patinato e crearne una di un Medioevo più umano, nel bene e nel male, nel bello e nel brutto. D'altra parte al mondo selvaggio e  cencioso de L'armata Brancaleone si adattano benissimo le parole dello storico John Larner, quando cerca di ricostruire l'aspetto della Romagna appenninica medievale: ⟪La vita in remote plaghe come queste sembra frenata dalla linea delle montagne tutto attorno. Qui vi era una società non dissimile da quella del Friuli del diciannovesimo secolo ritratta da Nievo nelle Confessioni di un italiano, con un signore illetterato, e un cappellano quasi-letterato, con il fango che ostruisce la corte del castello, i cani stesi sui giunchi del vestibolo, e un tetro comune rustico soggetto. L'organizzazione domestica di un grande signore sarebbe stata più complessa, ma la struttura fondamentale era la medesima.⟫ [J. Larner 2008, p. 134]

Si prenda ad esempio una scena celeberrima de L'armata Brancaleone, ovvero quella in cui Brancaleone da Norcia incontra il bizantino Teofilatto dei Leonzi e nessuno dei due vuole cedere il passo. Quello che si aspetterebbe il lettore di romanzi cavallereschi e di Ivanhoe sarebbe un duello d'onore fra due cavalieri. Invece quel che ne scaturisce è una rissa farsesca fra due individui dispersi nella Tuscia che tentano di colpire il nemico a tradimento, che si ruzzolano nella polvere e finiscono, come due poveri contadini, per mietere un campo di grano con le loro spade. Insomma, una decostruzione dello stereotipo del duello cavalleresco che ci fa ricordare, tramite l'ironia e l'esagerazione, come nella realtà storica, forse, i colpi alle spalle, i calci e i pugni dovessero essere più frequenti di quanto non si immagini comunemente. Come ricorda Franco Cardini, trattando proprio del periodo storico in cui potremmo collocare Brancaleone da Norcia: ⟪Lo scontro fra i grandi detentori di signorie bannali, ciascuno  dotato di seguaci armati, diviene il dato caratteristico della vita del X-XI secolo, cioè del lungo periodo corrispondete alla cosiddetta "anarchia feudale". È questo il tempo nel quale gli armati sono anzitutto tyranni, praedones; e le loro violenze nei confronti degli indifesi e in genere di tutti quelli che la Chiesa definisce pauperes (i chierici stessi, le vedove, gli orfani, in genere gli incapaci di difendersi e gli sprovvisti di qualunque forma di tutela) sono sempre più spesso denunziate, specie nelle fonti vescovili.⟫ [J. Le Goff 2010, p. 86]

Insomma, concludendo, il film è una parodia di un Medioevo ideologizzato già nel Medioevo, è uno spunto che vuole innescare una riflessione su come percepiamo la storia, che forse saremo sempre destinati a distorcere dal nostro punto di vista di uomini della contemporaneità, che si trascinano dietro la loro cultura anche quando vogliono essere imparziali e che devono fare i conti (cosa spesso dimenticata) con pochissime fonti rispetto a quel che un'epoca passata ha effettivamente prodotto. Dunque, non ci dispiace se di tanto in tanto "Gli Armigeri del Branca" divengono L'armata Brancaleone, perché il film di Monicelli ci ammonisce a non prenderci troppo sul serio, a non creare uno stereotipo troppo serioso e poco umanamente credibile (e, dunque, astorico) della realtà che intendiamo rievocare.

Luca Onofri


Bibliografia di riferimento utilizzata (le note nel testo fra parentesi quadra riportano gli autori, l'anno di pubblicazione e la pagina):

sabato 15 luglio 2023

Gli Armigeri alla Rocca di Montefiore Conca (RN)

 Sabato 22 e domenica 23 Luglio 2023 ci troverete in un posto a noi molto caro, la rocca di Montefiore Conca. Un luogo in cui spesso, grazie alla disponibilità dei gestori, ci ritroviamo per allenarci a scherma in abito storico e in un contesto architettonico e paesaggistico dove è facile illudersi per qualche istante di rivivere per davvero il Medioevo.



Nelle giornate indicate, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, ci troverete nella piazza d'arme del castello, dove allestiremo un piccolo accampamento in cui verranno accolti i visitatori. Oggetti di vita quotidiana, scherma storica, armi e danze saranno solo alcuni degli ambiti del Medioevo che potrete esplorare, immergendovi a tutto tondo in un'atmosfera unica e coinvolgente.

Il Branca alla rocca di Montefiore Conca.

Insomma, non vi resta che venire a trovarci in questo luogo speciale, dove l'esilio riminese di Branca Brancaleoni e delle sue soldataglie potrà essere rievocato nel modo storicamente più fedele. E non perdete l'occasione per scoprire, visitando la rocca, la tragica storia d'amore fra Costanza Malatesta e Ormanno.

giovedì 6 luglio 2023

Il viaggio nel Medioevo

 Contrariamente ai luoghi comuni, il Medioevo non fu certo un momento di isolamento. Specialmente nei suoi secoli centrali e finali, vi erano svariate ragioni che potevano spingere il viaggiatore a mettersi in cammino. Innanzitutto la fede. Il pellegrinaggio, infatti, fu un fenomeno particolarmente importante per quest'epoca ed ebbe fra le principali mete il Santo Sepolcro di Gerusalemme, la tomba dell'apostolo Giacomo a Santiago de Compostela e quella di san Pietro a Roma. Oltre a tali mete ve n'erano altre più o meno famose, da Monte Sant'Angelo in Gargano e Loreto ai più piccoli luoghi di culto locali. Si può, infatti, distinguere i pellegrinaggi in due categorie: la Pilgerfahrt, ovvero il vero e proprio viaggio a carattere devozionale il luoghi molto lontani dalla propria dimora, e la Walfahrten, cioè brevi itinerari locali legati ad una dimensione collettiva e di festività.


Gerusalemme fu una meta di pellegrinaggio importante fin dalla Tarda Antichità e la sua importanza divenne tale da innescare il fenomeno delle crociate, che, almeno da un punto di vista ideologico, avevano proprio lo scopo di tutelare i pellegrini. In realtà Gerusalemme non fu solo un luogo di scontro fra eserciti di differenti religioni, ma anche un punto di incontro fra culture diverse che si influenzarono ed arricchirono reciprocamente.
Grande importanza acquisì il pellegrinaggio a Roma quando papa Bonifacio VIII, nel 1300, istituì il primo Giubileo, che comportava l'indulgenza plenaria per i pellegrini.
A viaggiare erano però anche le merci. In particolare, dal XIII secolo, quando i Mongoli ebbero unificato gran parte dell'Asia e parte dell'Europa sotto il loro dominio, vi furono diversi missionari e mercanti, in primis Marco Polo, che raggiunsero mete molto lontane dell'Oriente. Una situazione che avvantaggiò enormemente le città marinare, le quali di questi traffici commerciali erano i principali catalizzatori. Molte altre mete erano invece più vicine, come ad esempio le grandi fiere che si tenevano nelle Fiandre (Bruges, Ypres e Lilla) e nella Champagne.

Viandante a Montebotolino (Badia Tedalda, AR)

Le vie di comunicazione erano infine percorse anche da eserciti e, anzi, quasi sempre l'importanza devozionale, quella commerciale e quella bellica erano legate fra loro indissolubilmente. E il passaggio di eserciti, specialmente quelli mercenari del XIV secolo, era sinonimo di soprusi e razzie per le zone attraversate, come la valle del Lamone, i cui abitanti, nel 1358, ormai stanchi, insorsero e riuscirono a sconfiggere la Grande Compagnia di Corrado Lando (Konrad von Landau).
Un'esempio importante di via di comunicazione in Italia era la Via Romea Germanica, che univa l'area tedesca a Roma, attraversando le Alpi presso il Brennero e proseguendo fino in Romagna, dove superava gli Appennini al Passo di Serra. Di tale tragitto ha lasciato un'importante testimonianza Alberto di Stade, abate tedesco che compì il viaggio nella prima metà del XIII secolo e che lo descrisse negli Annales stadenses.


L'aumento di pellegrini nell'XI secolo fece sì che essi non potessero più trovare alloggio soltanto in luoghi appositi, ma gradualmente nacque una "commercializzazione dell'ospitalità" che garantiva ai viaggiatori un riparo, anche in case private, in cambio di danaro.
Le strade medievali non erano mai ben definite, ma erano costituite da fasci di percorsi che si univano di tanto in tanto nelle tappe fondamentali e fra le quali si sceglieva il percorso migliore in base alla situazione atmosferica e socio-politica del momento. Le strade erano inoltre arterie fondamentali per la vitalità del territorio, tanto che i feudatari miravano sempre ad ottenere il controllo di aree strategiche su di esse, come i passi montani. Per esempio, nel 1371, il cardinale Anglic de Grimoard, nella Descriptio Romandiole, ricorda che il castello di Corniolo (Santa Sofia, FC), sottoposto ai Guidi e posizionato in un'area di controllo sulla strada che univa Romagna e Toscana, ricavava 30 fiorini al mese per la Camera Apostolica grazie a tale posizione. E fu proprio questa "politica dei passi" operata dai signori appenninici che, nel Tardo Medioevo, fece scaturire l'intervento delle città più a valle, come Firenze, stanche di vedere i loro interessi commerciali subordinati alle tasse imposte da piccole famiglie di feudatari di montagna.

Il Convento di Montecasale, Sansepolcro (AR).

Nella Massa Trabaria, cuore dei domini dei Brancaleoni, una via importante era quella che transitava dal Passo delle Vacche (1149 m s.l.m.), che univa il versante adriatico e quello tirrenico collegando due importanti luoghi di culto come l'Abbazia di Lamoli e il Convento di Montecasale. Il nome stesso del passo rinvia all'antica pratica della transumanza, anch'essa motivo di lunghi spostamenti stagionali in luoghi lontani.

Luca Onofri

Bibliografia di riferimento utilizzata:

  • S. Cian, S. Cavagna, Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Dove gli alberi toccano il cielo, Firenze-Milano, Giunti - Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, 2007
  • E. Mattesini (a cura di), Vie di pellegrinaggio medievale attraverso l'alta valle del Tevere. Atti del convegno, Sansepolcro, 27-28 settembre 1996, Sansepolcro, Petruzzi, 1998
  • L. Onofri (a cura di), La spada, la croce, il giglio. L'Appennino romagnolo nel Medioevo e in Età Moderna, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2021
  • H. C. Peyer, Viaggiare nel Medioevo. Dall'ospitalità alla locanda, Roma-Bari, Laterza, 2009
  • H. Pirenne, Storia economica e sociale del Medioevo, Milano, Garzanti, 1972

Le compagnie mercenarie nella seconda metà del Trecento

 Il fenomeno delle compagnie mercenarie è una delle caratteristiche che contraddistinguono il XIV secolo, verso la fine del quale esso conoscerà sviluppi che avranno importanti ripercussioni nel secolo successivo. 
Ad innescare il grande sviluppo delle compagnie mercenarie vi furono diversi fattori, innanzitutto le condizioni politiche dell'Italia e, in generale, dell'Europa. Lo scontro di parte fra guelfi e ghibellini e le loro fazioni interne si era acuito fra XIII e XIV secolo, rendendo necessario richiedere l'intervento di forze armate esterne, che, almeno in teoria, fossero estranee agli scontri intestini delle città. A Firenze, ad esempio, Dino Compagni menziona più volte la presenza di soldati romagnoli (la Romagna a lungo fu una delle maggiori "fucine" di mercenari) e catalani. Non solo. In questo periodo vari potentati iniziarono ad instaurare dei governi signorili, per consolidare i quali era preferibile fare affidamento su soldati professionisti esterni alla città su cui ci si voleva affermare. Un esempio è il caso di Uguccione della Faggiola, che tentò di divenire signore di Pisa servendosi di cavalieri tedeschi rimasti al suo servizio dopo la morte dell'imperatore Enrico VII.

Il Branca alla rocca di Montefiore Conca (RN).

A ciò si aggiunga che anche nel resto d'Europa vi era una situazione propizia a chi intendesse lucrare sulle armi. Nel 1337 scoppiò la Guerra dei Cent'Anni fra Francia e Inghilterra, destinata a durare fino al 1453.
Una delle caratteristiche delle armi mercenarie in Italia per gran parte del Trecento fu quella di provenire da Oltralpe. Questo per varie ragioni. Innanzitutto l'area germanica vedeva la presenza di nobili che nei loro domini potevano reclutare soldati, i quali risultavano particolarmente efficienti. Questo è il caso di Guarnieri d'Urslingen (Werner von Urslingen), che fondò la celebre Grande Compagnia. Inoltre l'8 Maggio 1360 fu siglata la Pace di Brétigny, che poneva una tregua di nove anni alla guerra fra Francia e Inghilterra, cosa che provocò la "perdita di lavoro" per molti uomini d'arme, che dunque andarono alla ricerca di nuova occupazione in una terra dilaniata da conflitti fra piccoli Stati come l'Italia. Fra coloro che fecero questa scelta vi fu il famoso Giovanni Acuto (John Hawkwood) che giunse in Italia a capo della Compagnia Bianca.

Immagine tratta da Pixabay.

I capitani di ventura erano veri e propri impresari della guerra, interessati ad ottenere il maggior lucro possibile con il minimo sforzo. E il fatto che a predominare fossero compagnie straniere creò non pochi svantaggi. Infatti queste, essendo lontane dalle loro terre natie, non potevano farvi ritorno durante la stagione invernale, quando le azioni militari venivano sospese. Dunque divenivano un peso non indifferente per le terre che li ospitavano, che erano regolarmente oggetto di saccheggio.
Gradualmente iniziarono ad affermarsi anche compagnie italiane. Una delle più precoci e famose fu la cosiddetta Compagnia del Cappelletto, capeggiata da Niccolò di Montefeltro. Possiamo qui citare anche il caso di Branca Brancaleoni da Casteldurante, il quale, dopo essere stato cacciato dai suoi possedimenti dal cardinale Egidio Albornoz, fu a Bologna al servizio della Chiesa col figlio Pierfrancesco. Ma il caso più significativo fu sicuramente quello del romagnolo Alberico da Barbiano, il quale fondò la Compagnia di San Giorgio, la quale si proponeva, almeno a livello di immagine, di combattere i soprusi delle soldataglie straniere. Al soldo del Barbiano, infatti, militavano solo italiani.
Quella del Brabiano, che seppe rivitalizzate l'uso della cavalleria, fu una vera e propria "scuola" dell'arte della guerra, presso la quale si formarono due nomi molto importanti e che furono altrettanto validi maestri per le compagnie del primo XV secolo. Uno di essi fu il perugino Braccio da Montone, che costituì il suo esercito a partire da un gruppo poco numeroso di esuli suoi concittadini, cosa che lo portò a sviluppare tattiche peculiari incentrate sull'alternanza delle truppe, in modo da avere sempre a disposizione uomini freschi. Non meno importante, vi era poi Muzio Attendolo Sforza, che dalla sua città, Cotignola, reclutava i propri uomini d'arme. Questi prediligeva le grandi manovre che gli permettevano di cogliere sui fianchi gli schieramenti nemici.

Un momento della battaglia di "Ferrara sotto assedio" (foto di Alessandro Arrighi).

Le compagnie mercenarie erano vere e proprie imprese, attorno alle quali gravitava un universo molto variegato: dagli artigiani al servizio dei soldati ai contadini più o meno raccattati qua e là da mandare, all'occasione, in prima linea, dalle donne addette ai lavori domestici al notaio che siglava i contratti. I soldati erano divisi in lance, gruppi inizialmente costituiti da tre uomini (un cavaliere, un paggio e uno scudiero), ma che diventarono col tempo di numero più elevato e variabile. Altra caratteristica delle compagnie mercenarie era il forte spirito di corpo che le teneva unite. Inoltre tale contesto era uno dei pochi, all'interno di una società statica come quella medievale, in cui era possibile ottenere un certo grado di promozione sociale, arricchendosi sia tramite il soldo (il compenso pattuito con chi ingaggiava la compagnia) sia tramite la razzia.

Luca Onofri

Bibliografia di riferimento utilizzata:

  • D. Balestracci, Le armi, i cavalli, l'oro. Giovanni Acuto e i condottieri nell'Italia del Trecento, Roma-Bari, Laterza, 2009
  • N. Capponi, La battaglia di Anghiari. Il giorno che salvò il Rinascimento, Milano, Il Saggiatore, 2012
  • D. Compagni, Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi, Milano, BUR, 2018
  • L. Onofri, Dall'Appennino romagnolo a Montecatini. Note per una biografia politica di Uguccione della Faggiola, ⟪Alpe Appennia⟫ n. 4 (2021), pp. 37-56
  • S. Spada, Condottieri di Romagna. I. Il Duecento e il Trecento, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2018
  • W. Tommasoli, La vita di Federico da Montefeltro 1422/1482, Urbino, Argalìa, 1995

Gli Armigeri a "Pesaro tra Malatesta e Sforza"

 Ieri sera, 5 Luglio 2023, gli Armigeri del Branca hanno presenziato alla conferenza "Pesaro tra Malatesta e Sforza", che ha avuto come relatore Fabio Massimo Aromatici (Storie di Pesaro). Incentrato sulla storia della città marchigiana e dei passaggi di potere che subì fra Medioevo e Rinascimento, l'incontro ha riservato uno spazio di didattica a cura degli Armigeri nel quale sono stati presentati i principali personaggi rievocati dal gruppo e sono stati illustrati gli equipaggiamenti di una compagnia mercenaria della seconda metà del Trecento.

Il Branca in armatura.


martedì 4 luglio 2023

I personaggi

 "Gli Armigeri del Branca" cercano di ricostruire il più fedelmente possibile le vicende della famiglia dei Brancaleoni di Casteldurante (attuale Urbania, PU) nella seconda metà del XIV secolo e, in particolare, il momento il cui Branca Brancaleoni fu in esilio presso i Malatesta di Rimini (1373), dopo essere stato cacciato dalle sue terre dal cardinale Albornoz. A tal fine ogni membro del gruppo cerca di rappresentare un personaggio storico attestato dalle fonti o, comunque, storicamente plausibile, laddove manchino notizie e dettagli. In tal modo ciascuno di noi porta un nome tratto da documenti storici, impegnandosi nel ricostruire in modo attendibile la figura di personaggi di cui scarseggiano informazioni dettagliate. Di seguito i nostri personaggi.


Branca Brancaleoni, signore di Casteldurante e rettore della Massa Trabaria.

Antonio Brancaleoni, abate di San Cristoforo e fratello del Branca (foto di V. Clementini).

Niccolò Filippo Brancaleoni, figlio del Branca e capitano delle soldataglie (foto di V. Clementini).

Raniero da Torre Abbazia, scalco del Branca e mercenario.

Upezino dell'Orsaiola, mercenario.

Nolfo, scudiero di Niccolò Filippo.






Gli Armigeri a "Ferrara sotto assedio"

 Un momento importante per "Gli Armigeri del Branca" è stata la partecipazione all'evento "Ferrara sotto assedio", organizzato presso l'ippodromo di Ferrara dal Borgo San Luca. La rievocazione era incentrata sull'assedio posto a Ferrara, nel 1333, da parte del legato pontificio Bertrando del Poggetto, che ne uscì poi sconfitto.

La tenda del Branca a Ferrara.

Allestito l'accampamento, gli Armigeri sono rimasti in attesa del momento più importante della manifestazione, ovvero la battaglia, nella quale facevano parte delle schiere ferraresi. Lo scontro è avvenuto sabato sera e poi nuovamente domenica, nel tardo pomeriggio.

Il Branca durante la battaglia di domenica (foto tratta dalla pagina Facebook delle Lame della Torre).

Oltre alla battaglia, si è svolto nella mattinata di domenica un torneo di randello, nel cui arbitraggio è stato coinvolto il capitano degli Armigeri, Massimiliano da San Martino. Insomma, una bella ed impegnativa esperienza per il nostro giovane gruppo!

Il Branca e gli Armigeri catturano il capitano nemico (foto di Alessandro Arrighi).

Il capitano e Niccolò Filippo durante la preparazione alla battaglia di sabato.


Gli Armigeri alla festa medievale di Casteldelci

 La prima rievocazione a cui "Gli Armigeri del Branca" hanno partecipato si è svolta a Casteldelci (RN) il 27 e 28 Maggio 2023. Si trattava di un evento legato alla figura del celebre condottiero ghibellino Uguccione della Faggiola (v. articolo di L. Onofri), signore di alcune zone limitrofe al paese, nell'area del Monte Fumaiolo.

Il Branca e Niccolò Filippo attraversano il ponte presidiato dalla Compagnia d'Arme del Santo Luca.

Il nostro gruppo si è dedicato a svariate attività: picchetti di guardia, ronde per il paese, dimostrazioni di scherma e duelli. L'accampamento, montato insieme agli altri gruppi presso il laghetto a valle del paese, si è animato verso sera per una cena medievale fra i rievocatori a base di zuppa di lenticchie e salsiccia, cucinata sul posto dal cuoco degli Armigeri, Raniero da Torre Abbazia. Il tutto in un bellissimo contesto appenninico di natura rigogliosa.

Una ronda mista con Galacino (Compagnia d'Arme del Santo Luca) e gli Armigeri Upezino e Raniero.


Cene medievali al ristorante Ca' Nostra di Cesenatico

 Una delle prime attività cui si è dedicato il nostro gruppo, nato ufficialmente all'inizio del 2023, è stata la partecipazione a scopo promozionale e didattico a due cene medievali, organizzate dal ristorante Ca' Nostra di Cesenatico (FC) il 24 Marzo e il 5 Maggio 2023.

Il Branca, il capitano e la consorte del Branca.

Il menù prevedeva ottimi piatti tratti da ricette storicamente attestate in vari periodi del Medioevo e consentivano ai partecipanti di fare un'esperienza sensoriale di un'epoca in cui, sotto molti punti di vista, la cucina ed i gusti erano molto diversi dai nostri, ma non per questo meno apprezzabili.

Una delle portate a base di carne e rape.

Durante le cene gli Armigeri sedevano col loro signore ad un tavolo apparecchiato con oggetti storici, consumando il pasto secondo le modalità medievali (con le mani!), mentre, fra le varie portate, coinvolgevano i presenti in alcuni spaccati di vita da taverna: il gioco dei dadi (zara), la rissa fra gli Armigeri, il duello con un forestiero che diventerà capitano al soldo del Branca, ecc.

Duello con daga fra Upezino e Raniero da Torre Abbazia.

Insomma, due belle occasioni per avvicinare il pubblico al Medioevo in modo gustoso e divertente.

Il Branca.


lunedì 3 luglio 2023

Lezioni di scherma storica

 Continuano le lezioni di scherma storica, tenute dal nostro capitano Massimiliano da San Martino. La tipologia di schema seguita è tratta dal Flos duellatorum in armis, sine armis, equester et pedester di Fiore dei Liberi, composto nel 1409.

Un'illustrazione del Flos duellatorum tratta da Archive.

L'attività schermistica praticata dagli Armigeri è volta alla massima fedeltà storica e finalizzata alla partecipazione a duelli e battaglie, nonché alla didattica, ma può essere di per sé anche una semplice occasione per fare attività sportiva e aggregativa. Chiunque volesse partecipare può usufruire di una lezione di prova, cui dovrà seguire, in caso di prosecuzione degli allenamenti, l'iscrizione alla Caso, in modo da essere forniti di apposita assicurazione sportiva. Il gruppo avrà premura di fornire il materiale necessario per le attività. Importante: l'allenamento è un requisito necessario per chi voglia prendere parte alla rievocazione di duelli e battaglie durante le manifestazioni.

Gli Armigeri durante un allenamento con lancia.

Gli allenamenti si svolgono ogni lunedì, alle ore 21:30,  a Misano Monte (RN), in Via Enrico De Nicola, n. 5. Qualora siate interessati ad una lezione di prova, si consiglia di contattarci preventivamente ai seguenti recapiti:

Cell. 3204846778 (Freddy Webster) E-mail: brancaleonicasteldurante@gmail.com











Mercoledì 5 Luglio conferenza "Pesaro fra Malatesta e Sforza"

 Mercoledì 5 Luglio, alle ore 21, presso l'Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro, si terrà la conferenza "Pesaro fra Malatesta e Sforza", che avrà come relatore Fabio Massimo Aromatici di Storie di Pesaro. Un evento imperdibile per conoscere la storia di una città contesa da tanti potenti e in cui siamo stati invitati anche noi per una piccola dimostrazione su come fosse la vita di un mercenario del XIV secolo al servizio dei Malatesta. Un sentito ringraziamento a Fabio Massimo per l'invito. Vi esortiamo a seguire la sua pagina per conoscere tante curiosità su Pesaro.



Gli Armigeri a "I Malatesta a Fano"

In questo fine settimana, 1 e 2 Luglio 2023, gli Armigeri si sono recati a Fano (PU), dove hanno partecipato alla rievocazione "I Malatesta a Fano", incentrata sul passato malatestiano della città marchigiana. Il gruppo ha allestito il campo su un bastione del Pincio, suggestivo parco a ridosso delle mura cittadine e dinnanzi all'arco di Augusto. Qui si è dedicato alla divulgazione storica e alla didattica inerente alla vita militare fra XIV e XV secolo, avvalendosi di armi ed armature medievali e rinascimentali.

Raniero da Torre Abbazia all'accampamento presso il Pincio.

I momenti salienti sono avvenuti nella serata di sabato, quando, nel tardo pomeriggio, il Branca e Raniero da Torre Abbazia hanno preso parte alle manovre militari organizzate dagli altri gruppi nel centro di Fano.
Un momento delle manovre militari tratto dalla pagina della manifestazione.

Ma l'onore maggiore è capitato in sorte agli Armigeri in serata, quando, all'interno del corteo nuziale, hanno svolto il prestigioso ruolo di guardia d'onore della sposa Paola Bianca Malatesta. Era infatti rievocato, in quella circostanza, il matrimonio fra Pandolfo III Malatesta, signore di Fano, e sua cugina di primo grado Paola Bianca, avvenuto nel 1388. Scortata la sposa dinnanzi alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, è avvenuta la celebrazione, cui è seguito un altro corteo che ha scortato i novelli sposi al banchetto allestito in Piazza XX Settembre.

Nolfo, il Branca e Raniero al Pincio (foto di Storie di Pesaro).

Insomma, un evento molto partecipato e in cui gli Armigeri hanno avuto modo di dimostrare il loro valore. Un sentito ringraziamento va alla Pandolfaccia per l'invito e l'efficiente organizzazione.

Esposizione delle nostre armi Trecentesche e Quattrocentesche.



Chi siamo

 "Gli Armigeri del Branca” è un progetto dell’a. s. d. Caso art.science.movement operante nel riminese, che si dedica alla rievocazione storica inerente alla famiglia dei Brancaleoni di Casteldurante nel periodo del loro esilio in terra riminese (bolla papale del 1° Maggio 1373). Il gruppo si adatta, altresì, a contesti geografici e cronologici vicini, occupandosi in generale della seconda metà del XIV sec.

Gli Armigeri dopo la battaglia di "Brisighella Medioevale 1413" (2024).

Finalità del gruppo è la ricerca storica volta a ricostruire, rivivere e interpretare la vita materiale e spirituale del periodo cronologico di riferimento. A tal fine i membri si impegnano alla ricostruzione storica puntuale di ogni aspetto concreto, ma anche ad agire, sentire e pensare nel modo più vicino possibile alla realtà che si intende rievocare.

Il Branca e suo figlio Niccolò Filippo a Casteldelci (RN)

Le attività del gruppo si incentrano sulla partecipazione ad eventi rievocativi, attività di scherma storica, didattica e ricerca, il tutto suggellato da un buon clima di amicizia, convivialità e divertimento. Chiunque desideri avere informazioni o unirsi a noi può farlo tramite i contatti di riferimento:

Cell.   3204846778 (Freddy Webster)

E-mail: brancaleonicasteldurante@gmail.com / casoart@gmail.com

Ci trovare anche su Facebook, Instagram e YouTube.

Il Branca e l'abate Antonio al Corteo Matildico (Quattro Castella, RE - 2024).


Gli Armigeri ospiti al "Festival della Canzone Autoprodotta"

 Nella serata di Sabato 7 Settembre 2024, il Branca, l'abate Antonio e Nolfo sono stati ospiti al "Festival della Canzone Autoprodo...